Autostima e bambini

Disapproviamo i comportamenti. Non i bambini.
Dire: “Sei un bambino cattivo” è molto diverso dal dire: “ Hai fatto una cosa cattiva”.
Nel primo caso diamo un giudizio totalizzante e definitivo, che schiaccia il bambino sotto un peso insostenibile senza via d’uscita.
Nel secondo caso il giudizio è circoscritto a un’azione precisa, che può essere corretta o migliorata.
La percezione dei bambini in situazioni del genere è molto simile a quella degli adulti.
Per esempio, immaginiamo che il nostro capo ci dica che non siamo capaci di lavorare. Ci arrabbieremmo e ci sentiremmo a disagio, perché verremmo interamente sviliti.
Diverso sarebbe se ci dicesse che un determinato documento o un certo lavoro non è stato fatto al meglio. Potremmo rimanerci male, ma capiremmo che esiste un margine di miglioramento.
In questo caso lo stesso vale per i bambini.
Esprimere disapprovazione rispetto a un gesto, a un comportamento, a un’espressione verbale indica al bambino che è quella cosa specifica che non va bene, NON lui come persona.
Inoltre ciò permette a noi di mostrargli alternative di comportamento, a lui di sapere che può fare meglio, senza mortificazione né attacchi alla sua già fragile autostima. Autostima che, soprattutto da piccoli, dipende da mamma e papà.